Come aumentare il fiato nella corsa: guida completa per allenarlo e renderlo più resistente
- Run Ritual

- 21 set
- Tempo di lettura: 4 min

Introduzione
Uno dei limiti più frequenti per chi corre non è tanto la forza muscolare o la resistenza delle gambe, ma la sensazione di fiato corto. Il respiro si accorcia, il torace si chiude e la corsa diventa faticosa anche a ritmi moderati. In realtà, il “fiato” non è un concetto vago: è la combinazione tra efficienza respiratoria, adattamenti cardiopolmonari e capacità dei muscoli inspiratori ed espiratori. In questo articolo ti mostro come allenare concretamente il fiato, con esercizi specifici e progressioni pensate per i runner evoluti.
Perché manca il fiato durante la corsa
Quando parliamo di mancanza di fiato, dobbiamo distinguere due situazioni:
Affanno iniziale: il corpo impiega alcuni minuti per adattarsi all’aumento di ventilazione e richiesta di ossigeno. È normale percepire il respiro corto nei primi chilometri.
Fiato corto persistente: se anche a ritmi lenti il respiro resta affannoso, il problema è spesso legato a pacing errato, tecnica respiratoria superficiale e scarsa efficienza ventilatoria.
Dal punto di vista fisiologico, la soglia ventilatoria (VT1) e la capacità massima di consumo d’ossigeno (VO₂max) sono i due parametri chiave. Se corri sempre sopra VT1, il corpo accumula fatica e il fiato manca presto. Qui trovi un approfondimento tecnico dedicato alle cause reali del fiato corto durante la corsa.
Allenare il fiato: basi scientifiche
Il respiro non si migliora correndo a caso. Serve un allenamento mirato, che tenga conto di tre adattamenti fondamentali:
Cardiopolmonare: l’aumento della gittata cardiaca e della capacità ventilatoria.
Muscolare: il potenziamento del diaframma e dei muscoli intercostali, che riduce la percezione di sforzo respiratorio.
Tecnico: la capacità di sincronizzare il ritmo respiratorio con la cadenza di corsa, evitando sprechi di energia.
Gli studi mostrano che lavori intervallati brevi e sedute di medio-lungo progressivo migliorano sia il VO₂max che la tolleranza ventilatoria. Questo si traduce in un fiato più lungo e in un recupero più rapido tra le ripetute.
Esercizi pratici per aumentare il fiato nella corsa
Tecniche respiratorie
Respirazione diaframmatica: inspirare gonfiando l’addome, espirare svuotando completamente.
Pursed Lips Breathing: espirazione lenta a labbra socchiuse, utile nei momenti di affanno.
Ritmo 2:2: inspirare per due passi, espirare per due passi, ideale in lavori medi.
Allenamenti mirati
Interval training 30:30: brevi scatti con recupero attivo che stimolano la ventilazione massima.
Ripetute lunghe 2’:2’: lavori a ridosso della soglia ventilatoria.
Fartlek respiratorio: alternare 3’ corsa brillante e 2’ corsa lenta, concentrandosi sulla regolarità del respiro.
Potenziamento muscolare
Gli esercizi a corpo libero come plank, side plank e ponte glutei rafforzano il core, che stabilizza il torace e migliora l’efficienza respiratoria.
Tabella tecnica: protocollo settimanale per il fiato
Giorno | Allenamento | Obiettivo | FC / RPE |
Martedì | 10 × (30” brillante + 30” jogging) | Stimolo ventilatorio rapido | FC 165–175 / RPE 8 |
Giovedì | 6 × (2’ a ritmo gara + 2’ lento) | Allenare la soglia ventilatoria | FC 150–160 / RPE 7 |
Sabato | 45’ progressivi (da facile a medio) | Fiato resistente e controllo passo | FC 135→160 / RPE 5–7 |
Domenica | 40’ lento + esercizi respiratori | Recupero e tecnica diaframmatica | FC 120–135 / RPE 3–4 |
Progressione per la resistenza del fiato
Per passare da corse brevi con affanno a uscite lunghe e controllate serve gradualità. Aumenta il volume settimanale del 10% ogni due settimane e inserisci sempre un giorno di recupero attivo. Dopo 6–8 settimane noterai la differenza: potrai correre 60’ continuativi mantenendo il respiro sotto controllo. Su questo tema ho già scritto un approfondimento su economia di corsa e gestione del fiato.
Errori da evitare
Molti runner, nel tentativo di aumentare il fiato, commettono errori che rallentano i progressi:
Correre sempre allo stesso ritmo senza stimoli variati.
Trascurare la tecnica respiratoria, pensando solo alla velocità.
Evitare i lavori di forza, che invece stabilizzano il core.
Fare solo “corsa lenta lunga” senza inserire intervalli brillanti.
Benefici reali di un buon allenamento del fiato
Allenare il fiato non significa solo ridurre l’affanno: ha ricadute concrete sulle prestazioni. Potrai correre più a lungo senza pause, gestire meglio i finali di gara e affrontare allenamenti intensi con recuperi più rapidi. Inoltre, la sensazione soggettiva di controllo del respiro aumenta la fiducia e la motivazione.
FAQ
Perché mi manca subito il fiato quando corro?
Succede perché il corpo non è ancora adattato alla ventilazione richiesta dall’esercizio. Partire troppo forte porta a un debito d’ossigeno immediato. Meglio iniziare con 10’ molto lenti e aumentare progressivamente.
Quanto tempo serve per migliorare il fiato?
Con 2–3 sedute mirate a settimana i miglioramenti arrivano già dopo un mese. La stabilità si costruisce nel lungo periodo, mantenendo varietà di allenamenti e continuità.
Conclusione
Il fiato non migliora da solo: richiede un percorso strutturato che combina respirazione consapevole, lavori intervallati e progressione mirata. Integra queste tecniche nella tua preparazione e noterai un salto di qualità sia nelle corse brevi che nei lunghi.
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