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Run Ritual

Scarpe pioggia e freddo per maratone autunnali – Guida tecnica RunRitual

Negli anni, allenando centinaia di runner in autunno, ho imparato che la differenza tra una maratona chiusa bene e una finita con piedi congelati non la fa solo il ritmo, ma la scarpa. Quando l’asfalto è bagnato, il vento taglia e le dita iniziano a perdere sensibilità, serve una calzatura capace di isolare dal freddo senza spegnere la spinta.In questo articolo ti porto la mia esperienza diretta come coach RunRitual e le sensazioni dei nostri atleti che hanno corso in condizioni difficili — da Firenze a Valencia, passando per Torino e Ravenna.

Scarpe pioggia e freddo per maratone autunnali

Quando il meteo diventa parte della gara

La pioggia non è un dettaglio: cambia la biomeccanica. Lo vedo ogni anno nei dati dei runner RunRitual, su fondo bagnato, la cadenza media cala di circa 5–7 spm, e aumenta l’oscillazione verticale. Non perché manchi la forza, ma perché il piede “cerca” aderenza.È il momento in cui la scarpa deve trasmettere sicurezza, non solo ammortizzare. Una suola pensata per il caldo estivo diventa rigida, scivolosa e disperde energia.


È per questo che, prima di ogni maratona autunnale, invito sempre gli atleti a testare almeno due modelli diversi in allenamento: uno più leggero per l’asciutto e uno più protettivo per il bagnato.(se non sai da dove partire, puoi chiedermi di valutare i tuoi modelli attuali prima del prossimo lungo: è un confronto gratuito incluso nel percorso RunRitual).


Mescole e grip: il primo livello di sicurezza

La mescola è ciò che decide se il piede tiene o scivola.Nei test RunRitual, le scarpe con gomma carboniosa o PWRTRAC hanno mantenuto trazione costante anche sotto i 6 °C, mentre modelli più leggeri con EVA espansa hanno perso presa già al primo chilometro sotto la pioggia. A basse temperature, una mescola troppo “morbida” si irrigidisce e si lucida; serve una suola con durezza Shore tra 60 e 65 e una tassellatura di almeno 3 mm.È ciò che differenzia una scarpa “da catalogo” da una pensata davvero per l’autunno.

Un atleta RunRitual, Andrea, che ha corso Ravenna con pioggia costante, mi ha detto dopo la gara:

“Sembrava di avere le ruote invernali ai piedi. Non scivolavo mai, e riuscivo a spingere anche nelle curve bagnate.”E questo è il punto: il grip riduce lo stress mentale. Quando non devi preoccuparti di dove metti il piede, corri meglio e più rilassato.

L’upper: isolamento termico e drenaggio controllato

Il piede deve restare caldo ma asciutto. Sembra banale, ma molti modelli in commercio confondono impermeabilità e traspirazione.Il vero equilibrio è dato da upper idrofobo con trattamento DWR, linguetta imbottita e calzata tipo “sock fit”. In questo modo l’acqua scivola via ma l’umidità interna trova una via d’uscita. Nei nostri test autunnali, le scarpe con mesh a doppio strato hanno mantenuto una temperatura interna di circa +2 °C rispetto alle versioni estive, senza creare condensa.Un dettaglio che, dopo 30 km, fa una differenza enorme sulla percezione di comfort.


Quando l’allenamento prevede lunghi sotto pioggia, consiglio sempre di simulare la gara: calzini termici sottili, upper chiuso, e ritmo costante per almeno 15 km.È il modo migliore per capire se la scarpa drena davvero o se trattiene acqua.


Durante la prova gratuita RunRitual possiamo inserire questo test nel tuo piano settimanale: serve a verificare grip e drenaggio reali, non quelli dichiarati in scheda tecnica.


Calze, temperatura e propriocezione

Il freddo parte dalle dita.Quando la temperatura del piede scende sotto i 25 °C, i recettori plantari rallentano e il contatto col terreno diventa impreciso.Per questo abbiniamo sempre scarpe autunnali a calze tecniche in micro-lana merino o fibre idrofobe sottili (1,5–2 mm).Troppo spessore altera il fit, troppo poco fa perdere sensibilità.

Nei lunghi testati dai runner RunRitual, le combinazioni migliori sono risultate:


  • scarpa con upper DWR + calza merino sottile per pioggia leggera,

  • scarpa con mesh doppio strato + calza sintetica drenante per freddo asciutto.


Una soluzione semplice che mantiene stabilità termica e sensibilità fino all’arrivo.


Comportamento in gara: il feedback reale dei runner RunRitual

Negli ultimi due anni abbiamo raccolto feedback da oltre 70 runner che hanno corso maratone autunnali in Italia ed Europa.I risultati sono chiari: chi usa scarpe estive in condizioni fredde riporta un incremento medio del 4 % del tempo totale e un numero doppio di vesciche o dolori plantari.

Nei modelli con suola più densa e tomaia idrofoba, invece, la corsa resta “pulita”:


  • minor dispersione di energia nei tratti bagnati,

  • spinta più compatta,

  • riduzione del rumore di impatto (“slap”) tipico delle scarpe rigide.


Alcuni atleti mi raccontano che dopo la prima maratona bagnata hanno cambiato totalmente approccio:

“Ora guardo il meteo prima di scegliere la scarpa, non solo i chilometri della tabella.”

È un passaggio di maturità da runner evoluto: imparare a leggere l’ambiente come parte integrante della performance.


Tabella tecnica – categorie e errori comuni

Tipologia di condizione

Mescola suola consigliata

Upper ideale

Uso tipico

Errore frequente

Pioggia costante su asfalto

Gomma carboniosa / PWRTRAC

Mesh idrofobo con DWR

Gara lunga fredda

Usare scarpa ventilata estiva

Freddo asciutto (< 8 °C)

EVA compatta + gomma densa

Mesh doppio strato

Ritmi 4’20–5’30/km

Calza troppo spessa

Fondo misto umido

Gomma ibrida Trail-Road

Upper semirigido

Lunghi autunnali

Scarpa troppo rigida

Post-pioggia o nebbia

Blown rubber con drenaggio

Mesh chiuso + collarino imbottito

Test pre-gara

Suola liscia usurata

Lungo rigenerante freddo

Mescola morbida < 65 Shore

Soft-shell parziale

Allenamento medio

Dimenticare la traspirazione

Come scegliere in pratica

Ogni runner reagisce diversamente al freddo.C’è chi dopo 10 km ha già i piedi caldi, e chi anche dopo un’ora non sente le dita.Il criterio corretto è valutare meteo + durata prevista + ritmo personale:


  • < 7 °C e oltre 2 h di gara → upper chiuso + calza termica sottile.

  • Pioggia leggera ma costante → DWR + tassellatura 3–4 mm.

  • Gara breve (mezza) in clima umido → scarpa ibrida leggera ma con grip alto.

Il mio consiglio, da coach, è di non provare mai una scarpa nuova il giorno della gara autunnale.Meglio inserirla in due lunghi consecutivi: uno asciutto, uno bagnato.Solo così capisci se l’appoggio resta stabile anche dopo 25 km.


Conclusioni

Ho corso e seguito atleti in maratone dove l’acqua ti entra nelle scarpe già al primo chilometro.So cosa significa sentire la spinta spegnersi e non capire se è fatica o freddo.Ecco perché insisto: scegliere scarpe giuste per pioggia e freddo non è un dettaglio tecnico, è strategia di gara. Non serve cercare modelli estremi o Gore-Tex da montagna. Serve equilibrio:una suola che non indurisca, un upper che respiri quel tanto che basta, e una calza che accompagni senza comprimere.Il risultato è una corsa fluida, controllata, e piedi che restano caldi fino al traguardo.


FAQ

1. Posso usare la stessa scarpa autunnale anche d’inverno?

Sì, se la temperatura non scende sotto i 2 °C. Quando fa molto freddo, la mescola tende comunque a irrigidirsi: alterna con un modello da trail leggero per i lunghi lenti.


2. Le solette in gel aiutano col freddo?

No. Trattengono umidità e peggiorano la stabilità. Meglio solette in EVA compatta o memory sottile.


3. Come asciugare le scarpe dopo la gara?

Togli la soletta, riempile di carta e lasciale in luogo ventilato. Evita fonti di calore diretto. Dopo 24 h sono pronte per il recupero.


Vuoi capire quale scarpa ti darà più sicurezza sotto la pioggia o durante i lunghi freddi? Richiedi la tua settimana gratuita RunRitual: analizzeremo i tuoi ritmi, la postura e il tipo di appoggio per individuare il modello più adatto alle tue condizioni di gara.


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