PERIOSTITE TIBIALE: CAPIRLA, RISOLVERLA E NON RIVEDERLA PIÙ
- Run Ritual

- 12 minuti fa
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La periostite tibiale è uno di quegli infortuni che non arriva mai all’improvviso. Ti osserva, ti segue, ti parla a bassa voce, poi un giorno decide che è il momento di farsi sentire sul serio. Ho visto centinaia di runner attraversare la stessa parabola: un leggero fastidio all’interno della tibia, una sensazione nervosa nei primi minuti, il dolore che svanisce appena ti scaldi, e la convinzione che “se sparisce a caldo non può essere grave”.È esattamente così che la periostite inizia a prendere il controllo
Nel RunRitual Lab ci siamo resi conto che la periostite non è un problema di chilometri: è un problema di distribuzione del carico. La tibia non si infiamma perché il runner corre troppo, ma perché assorbe un carico che non dovrebbe absorbire. Un soleo rigido, un appoggio poco fluido, una progressione sbagliata: basta poco per trasformare una tibia sana in una spugna che si gonfia ad ogni passo
E da questa capacità di osservazione del gesto, del carico, del comportamento del runner, nasce tutto il lavoro del RunRitual Lab. Non trattiamo il dolore: trattiamo la causa che porta il dolore a ripresentarsi. È così che si trasformano gli infortuni ricorrenti in nuove basi di efficienza

IL DOLORE CHE SPARISCE A CALDO MA RITORNA DOPO
Il commento più comune tra i runner è sempre lo stesso: “I primi minuti fanno male, poi passa”.Questa dinamica è il biglietto da visita della periostite. A caldo la muscolatura si attiva, il carico si distribuisce meglio e il dolore si attenua. Ma a freddo, quando la tibia resta l’unico elemento che ha realmente assorbito il lavoro, la sensibilità ritorna.
Questa falsa sensazione di “miglioramento” porta i runner — spesso esperti — ad aumentare i km proprio nei giorni sbagliati. E la tibia si infiamma di nuovo.
Se vuoi un protocollo personalizzato sulla tua dinamica di carico, puoi richiedere una valutazione nel Lab: è il modo più rapido per capire se stai caricando troppo sulla tibia senza accorgertene.
IL PROBLEMA DELLE SUPERFICI DURE E DEL RITMO SEMPRE UGUALE
Uno degli errori più comuni che vediamo al RunRitual Lab è la monotonia del gesto.Stessa ciclabile, stesso passo, stesso ritmo, stesso chilometraggio.La tibia sopporta carichi ripetitivi su superfici che non restituiscono energia: la conseguenza è prevedibile.
Non è la superficie in sé, è la ripetizione della stessa sollecitazione senza variazioni:
rimbalzo verticale sempre identico
appoggio piatto
nessun lavoro di elasticità
muscoli del polpaccio che si irrigidiscono
Modificare la variabilità degli stimoli è spesso uno degli interventi più immediati e risolutivi.
"È PERIOSTITE O ALTRO?" – COME CAPIRLO SENZA SBAGLIARSI
Il dolore tibiale può essere confuso con:
dolore muscolare del soleo
tendinite del tibiale posteriore
stress reaction tibiale iniziale
sindrome compartimentale (rara ma da escludere)
Tre elementi però “tradiscono” la periostite autentica:
Dolore sul bordo mediale della tibia, localizzato al tocco.
Sensazione che diminuisce con il riscaldamento.
Irritazione aumentata il giorno dopo, non durante.
Quello che vediamo nel Lab è che i runner confondono spesso il punto (3).Il dolore post-sforzo è la spia più importante.
"QUANDO AUMENTO I KM, TORNA" – L’ERRORE PIÙ COMUNE
La periostite non viene dai km, ma dai km nel giorno sbagliato.
Esempio classico appartenente a decine di runner che seguiamo:
settimana buona
dolore quasi sparito
entusiasmo
aumento immediato del volume
tibia che esplode dopo 48 ore
Il corpo esce da un’infiammazione con struttura fragile.Il runner, invece, ragiona da atleta sano.
Nel RunRitual Lab usiamo progressioni basate su tempo, RPE e qualità dell’appoggio, non sul chilometraggio. È l’unico modo per evitare ricadute.
“QUALI ESERCIZI SERVONO DAVVERO?” – IL PROTOCOLLO RUNRITUAL LAB
La maggior parte dei runner fa stretching al polpaccio pensando di aiutare la periostite.In realtà la irrigidisce.
Gli esercizi che funzionano sono altri, mirati e specifici:
1. Soleo – rinforzo profondo
Il soleo è il vero “ammortizzatore” della tibia: quando non regge, il carico va dritto all’osso.
isometrie in accosciata
calf seated lento 3–4” eccentrica
variazioni a ginocchio flesso
2. Tibiale posteriore – controllo del piede
Fondamentale se l’arco mediale collassa.
sollevamenti in inversione controllata
camminate su bordo interno
lavori su miniband
3. Foot core – reattività e stabilità
Per distribuire meglio il carico.
short foot
toe yoga
rimbalzi elastici a basso impatto
4. Rimbalzi controllati (pliometria progressiva)
Quando il dolore è quasi sparito:servono per “insegnare” alla tibia a sopportare nuovamente le forze d’urto.
“POSSO CONTINUARE A CORRERE O DEVO FERMARMI?”
La verità è che 8 volte su 10 non serve fermarsi.Serve cambiare come si corre.
Questo è uno dei mantra del RunRitual Lab:non togliere il gesto, toglierne il carico sbagliato.
Il riposo totale è utile solo se:
il dolore è acuto anche a riposo
il dolore aumenta durante la corsa
la tibia è dolente alla palpazione anche il giorno dopo
Negli altri casi:progressione, variabilità, esercizi mirati, e rientro intelligente.
CASO COMPLESSO: LUCA, 47 ANNI, MONZA – RUNRITUAL LAB
Luca è arrivato al RunRitual Lab dopo mesi di periostite ricorrente.Il suo era uno di quei casi che si incontrano troppo spesso: dolore iniziale sulla tibia destra, spariva a caldo, ma ritornava il giorno dopo. Una storia vista decine di volte.
Il problema era una combinazione esplosiva:
soleo rigido
appoggio pesante
rimbalzo verticale alto
progressioni troppo veloci
Gli abbiamo completamente cambiato la logica:
rientro basato sui minuti, non sui km
riduzione del carico verticale (intervalli run/walk controllati)
protocollo di forza 12 minuti, 4 volte settimana
inserimento graduale di rimbalzi elastici
scarpe più stabili e drop adeguato
In 4 settimane il dolore era già dimezzato.In 8 settimane è tornato a correre medio-lunghi senza nessuna reazione.
Oggi è uno di quelli che aiuta gli altri nuovi runner del Lab:“Ci sono passato. Fidati del processo.”
Se vuoi capire come sta caricando la tua tibia — e se rischi una periostite — puoi effettuare un’analisi gratuita del gesto. È il modo più veloce per evitare settimane buttate.
FAQ
Come capire se è periostite?
Dolore sul margine interno della tibia, che migliora a caldo e peggiora il giorno dopo.
Si può correre con la periostite?
Sì, se il dolore non aumenta durante la corsa e viene gestito con progressione e esercizi mirati.
Quanto dura per guarire?
Dalle 4 alle 10 settimane, dipende dalla rigidità del soleo e dalla progressione.
Quali esercizi aiutano davvero?
Soleo profondo, tibiale posteriore, foot core e rimbalzi controllati.
Come evitare le ricadute?
Progressioni intelligenti, variabilità dei ritmi, forza specifica e controllo del gesto.
STRATEGIE DI GARA PER CHI HA AVUTO PERIOSTITI
Per i runner che arrivano da un infortunio tibiale, le gare vanno affrontate così:
niente partenze veloci: i primi 2 km devono servire ad assorbire
evitare tratti in discesa troppo aggressivi
attenzione ai cambi di ritmo improvvisi
idratazione costante: la rigidezza muscolare amplifica il carico
monitorare il rimbalzo verticale (più è alto, più la tibia soffre)
CONCLUSIONE
La periostite non è una sentenza, è un linguaggio del corpo.Ti sta dicendo che qualcosa nella tua corsa non è più efficiente come prima.Quando impari ad ascoltarla, a correggere il carico e a rinforzare i muscoli giusti, non solo guarisci — diventi un runner migliore.
Se hai dolore alla tibia o vuoi prevenire una recidiva, puoi prenotare una valutazione del RunRitual Lab. Ti aiuto a capire dove stai caricando e come riportare la tua corsa al massimo della sua efficienza.




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