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Run Ritual

PERIOSTITE TIBIALE: CAPIRLA, RISOLVERLA E NON RIVEDERLA PIÙ

La periostite tibiale è uno di quegli infortuni che non arriva mai all’improvviso. Ti osserva, ti segue, ti parla a bassa voce, poi un giorno decide che è il momento di farsi sentire sul serio. Ho visto centinaia di runner attraversare la stessa parabola: un leggero fastidio all’interno della tibia, una sensazione nervosa nei primi minuti, il dolore che svanisce appena ti scaldi, e la convinzione che “se sparisce a caldo non può essere grave”.È esattamente così che la periostite inizia a prendere il controllo


Nel RunRitual Lab ci siamo resi conto che la periostite non è un problema di chilometri: è un problema di distribuzione del carico. La tibia non si infiamma perché il runner corre troppo, ma perché assorbe un carico che non dovrebbe absorbire. Un soleo rigido, un appoggio poco fluido, una progressione sbagliata: basta poco per trasformare una tibia sana in una spugna che si gonfia ad ogni passo


E da questa capacità di osservazione del gesto, del carico, del comportamento del runner, nasce tutto il lavoro del RunRitual Lab. Non trattiamo il dolore: trattiamo la causa che porta il dolore a ripresentarsi. È così che si trasformano gli infortuni ricorrenti in nuove basi di efficienza


uomo con periostite si tocca il ginocchio dove a dolore

IL DOLORE CHE SPARISCE A CALDO MA RITORNA DOPO

Il commento più comune tra i runner è sempre lo stesso: “I primi minuti fanno male, poi passa”.Questa dinamica è il biglietto da visita della periostite. A caldo la muscolatura si attiva, il carico si distribuisce meglio e il dolore si attenua. Ma a freddo, quando la tibia resta l’unico elemento che ha realmente assorbito il lavoro, la sensibilità ritorna.

Questa falsa sensazione di “miglioramento” porta i runner — spesso esperti — ad aumentare i km proprio nei giorni sbagliati. E la tibia si infiamma di nuovo.



IL PROBLEMA DELLE SUPERFICI DURE E DEL RITMO SEMPRE UGUALE

Uno degli errori più comuni che vediamo al RunRitual Lab è la monotonia del gesto.Stessa ciclabile, stesso passo, stesso ritmo, stesso chilometraggio.La tibia sopporta carichi ripetitivi su superfici che non restituiscono energia: la conseguenza è prevedibile.

Non è la superficie in sé, è la ripetizione della stessa sollecitazione senza variazioni:


  • rimbalzo verticale sempre identico

  • appoggio piatto

  • nessun lavoro di elasticità

  • muscoli del polpaccio che si irrigidiscono

Modificare la variabilità degli stimoli è spesso uno degli interventi più immediati e risolutivi.


"È PERIOSTITE O ALTRO?" – COME CAPIRLO SENZA SBAGLIARSI

Il dolore tibiale può essere confuso con:

  • dolore muscolare del soleo

  • tendinite del tibiale posteriore

  • stress reaction tibiale iniziale

  • sindrome compartimentale (rara ma da escludere)


Tre elementi però “tradiscono” la periostite autentica:

  1. Dolore sul bordo mediale della tibia, localizzato al tocco.

  2. Sensazione che diminuisce con il riscaldamento.

  3. Irritazione aumentata il giorno dopo, non durante.

Quello che vediamo nel Lab è che i runner confondono spesso il punto (3).Il dolore post-sforzo è la spia più importante.


"QUANDO AUMENTO I KM, TORNA" – L’ERRORE PIÙ COMUNE

La periostite non viene dai km, ma dai km nel giorno sbagliato.

Esempio classico appartenente a decine di runner che seguiamo:

  • settimana buona

  • dolore quasi sparito

  • entusiasmo

  • aumento immediato del volume

  • tibia che esplode dopo 48 ore

Il corpo esce da un’infiammazione con struttura fragile.Il runner, invece, ragiona da atleta sano.

Nel RunRitual Lab usiamo progressioni basate su tempo, RPE e qualità dell’appoggio, non sul chilometraggio. È l’unico modo per evitare ricadute.


“QUALI ESERCIZI SERVONO DAVVERO?” – IL PROTOCOLLO RUNRITUAL LAB

La maggior parte dei runner fa stretching al polpaccio pensando di aiutare la periostite.In realtà la irrigidisce.

Gli esercizi che funzionano sono altri, mirati e specifici:


1. Soleo – rinforzo profondo

Il soleo è il vero “ammortizzatore” della tibia: quando non regge, il carico va dritto all’osso.

  • isometrie in accosciata

  • calf seated lento 3–4” eccentrica

  • variazioni a ginocchio flesso

2. Tibiale posteriore – controllo del piede

Fondamentale se l’arco mediale collassa.

  • sollevamenti in inversione controllata

  • camminate su bordo interno

  • lavori su miniband

3. Foot core – reattività e stabilità

Per distribuire meglio il carico.

  • short foot

  • toe yoga

  • rimbalzi elastici a basso impatto

4. Rimbalzi controllati (pliometria progressiva)

Quando il dolore è quasi sparito:servono per “insegnare” alla tibia a sopportare nuovamente le forze d’urto.


“POSSO CONTINUARE A CORRERE O DEVO FERMARMI?”

La verità è che 8 volte su 10 non serve fermarsi.Serve cambiare come si corre.

Questo è uno dei mantra del RunRitual Lab:non togliere il gesto, toglierne il carico sbagliato.

Il riposo totale è utile solo se:

  • il dolore è acuto anche a riposo

  • il dolore aumenta durante la corsa

  • la tibia è dolente alla palpazione anche il giorno dopo

Negli altri casi:progressione, variabilità, esercizi mirati, e rientro intelligente.


CASO COMPLESSO: LUCA, 47 ANNI, MONZA – RUNRITUAL LAB

Luca è arrivato al RunRitual Lab dopo mesi di periostite ricorrente.Il suo era uno di quei casi che si incontrano troppo spesso: dolore iniziale sulla tibia destra, spariva a caldo, ma ritornava il giorno dopo. Una storia vista decine di volte.

Il problema era una combinazione esplosiva:

  • soleo rigido

  • appoggio pesante

  • rimbalzo verticale alto

  • progressioni troppo veloci


Gli abbiamo completamente cambiato la logica:

  • rientro basato sui minuti, non sui km

  • riduzione del carico verticale (intervalli run/walk controllati)

  • protocollo di forza 12 minuti, 4 volte settimana

  • inserimento graduale di rimbalzi elastici

  • scarpe più stabili e drop adeguato


In 4 settimane il dolore era già dimezzato.In 8 settimane è tornato a correre medio-lunghi senza nessuna reazione.

Oggi è uno di quelli che aiuta gli altri nuovi runner del Lab:“Ci sono passato. Fidati del processo.”


Se vuoi capire come sta caricando la tua tibia — e se rischi una periostite — puoi effettuare un’analisi gratuita del gesto. È il modo più veloce per evitare settimane buttate.


FAQ

Come capire se è periostite?

Dolore sul margine interno della tibia, che migliora a caldo e peggiora il giorno dopo.


Si può correre con la periostite?

Sì, se il dolore non aumenta durante la corsa e viene gestito con progressione e esercizi mirati.


Quanto dura per guarire?

Dalle 4 alle 10 settimane, dipende dalla rigidità del soleo e dalla progressione.


Quali esercizi aiutano davvero?

Soleo profondo, tibiale posteriore, foot core e rimbalzi controllati.


Come evitare le ricadute?

Progressioni intelligenti, variabilità dei ritmi, forza specifica e controllo del gesto.


STRATEGIE DI GARA PER CHI HA AVUTO PERIOSTITI

Per i runner che arrivano da un infortunio tibiale, le gare vanno affrontate così:

  • niente partenze veloci: i primi 2 km devono servire ad assorbire

  • evitare tratti in discesa troppo aggressivi

  • attenzione ai cambi di ritmo improvvisi

  • idratazione costante: la rigidezza muscolare amplifica il carico

  • monitorare il rimbalzo verticale (più è alto, più la tibia soffre)


CONCLUSIONE

La periostite non è una sentenza, è un linguaggio del corpo.Ti sta dicendo che qualcosa nella tua corsa non è più efficiente come prima.Quando impari ad ascoltarla, a correggere il carico e a rinforzare i muscoli giusti, non solo guarisci — diventi un runner migliore.




Ultimo aggiornamento: 30/11/2025

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