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Run Ritual

Pacer maratona: chi sono, come funzionano e perché possono cambiare la tua gara

Aggiornamento: 10 set


Pacer maratona: Chi sono e perché sono essenziali per la tua gara

Introduzione: gli “angeli custodi” del runner

Se hai corso una maratona o una mezza maratona, li avrai notati subito. Sono quelli che procedono con passo costante, apparentemente imperturbabili, e portano con sé un palloncino colorato con sopra un tempo preciso. I pacer maratona sono diventati figure fondamentali nelle grandi gare su strada: veri punti di riferimento che aiutano i runner a mantenere il ritmo obiettivo e a gestire lo sforzo lungo i 42 chilometri della maratona o i 21 della mezza. Per chi corre con un approccio evoluto non si tratta semplicemente di “seguire qualcuno”, ma di una vera e propria strategia tecnica per massimizzare le possibilità di chiudere la gara con il tempo prefissato.


Chi è un pacer e cosa fa durante una maratona

Un pacer è un runner esperto selezionato dagli organizzatori con l’obiettivo di condurre un gruppo di atleti a un passo costante. È colui che ti libera dall’ossessione di controllare continuamente il cronometro e che trasforma la tua gara in un viaggio più fluido. In pratica, il pacer corre la maratona con la responsabilità di mantenere il ritmo medio che porta al tempo scritto sul suo palloncino. Se il suo palloncino indica “3h30”, significa che ogni chilometro sarà corso intorno ai 4:58, senza variazioni improvvise. Il compito non è solo tecnico. Un buon pacer diventa anche una guida motivazionale: parla, incoraggia, aiuta a superare i momenti critici, soprattutto dopo il trentesimo chilometro. La sua costanza è ciò che ti permette di risparmiare energie mentali, affidandoti alla regolarità del suo passo.


Perché correre con un pacer

La funzione principale del pacer è prevenire gli errori più comuni. La partenza troppo veloce è un classico: nei primi chilometri la sensazione di leggerezza e l’adrenalina possono portare a spingere oltre le proprie possibilità. Un pacer ti impone disciplina sin dal primo metro, mantenendo il ritmo corretto. La seconda funzione è garantire un’andatura regolare, indispensabile per non “saltare” dopo il trentesimo chilometro. Avere davanti a te qualcuno che scandisce i tempi con precisione riduce il rischio di variazioni che nel lungo periodo costano carissimo. Infine c’è la dimensione mentale. Il gruppo che si crea intorno al pacer diventa una piccola squadra in corsa, dove ci si sostiene a vicenda. Sapere di non essere solo in gara è un vantaggio psicologico enorme.


Come riconoscere il pacer in gara

Il simbolo più diffuso è il palloncino colorato. Rosso per le tre ore, blu per le tre ore e mezza, verde per le quattro, giallo per le quattro ore e mezza. In alcune gare non usano i palloncini ma bandierine fissate nello zaino. Al di là del colore, la cosa più utile è presentarsi prima della partenza, chiedere conferma del ritmo e fare due chiacchiere. Questo gesto semplice ti fa entrare nello spirito del gruppo e ti permette di partire con maggiore tranquillità, sapendo che hai trovato il tuo riferimento.


Tabella esempi pacer maratona

Tempo Obiettivo

Colore Palloncino

Ritmo Medio (min/km)

3:00:00

Rosso

4:15

3:30:00

Blu

4:58

4:00:00

Verde

5:41

4:30:00

Giallo

6:24


Come sfruttare al meglio la presenza del pacer

Per trarre il massimo da questa figura devi arrivare preparato. Prima di tutto allenati al ritmo previsto: non puoi improvvisare in gara un passo che non hai mai provato. Nei lunghi di preparazione inserisci almeno due o tre uscite al ritmo che intendi seguire, così il giorno della maratona quel passo ti sembrerà naturale. Durante la gara mantieni sempre il contatto visivo. Non serve correre incollato al pacer, anzi rischieresti di intralciarlo, ma restare nella sua scia visiva ti aiuta a non perderti nei momenti di affollamento. Usa anche il dialogo: chiedi suggerimenti, ascolta i suoi segnali. Infine fidati. Nei primi venti chilometri, quando l’adrenalina ti spinge a forzare, affidati ciecamente alla sua regolarità: è la miglior garanzia per avere energie nel finale.


Chi può diventare pacer in maratona

Essere pacer non è un ruolo per tutti. Serve la capacità di mantenere un passo costante per oltre tre ore, la conoscenza profonda della gara e la capacità di leggere le situazioni. Non basta correre forte, serve soprattutto la disciplina di correre “per gli altri”. Un pacer non cerca il proprio tempo: mette la sua esperienza al servizio del gruppo. È per questo che spesso gli organizzatori selezionano atleti con curriculum su maratone e ultramaratone, capaci di gestire con freddezza anche i momenti critici. Molti lo fanno come volontariato, ricevendo in cambio il pettorale gratuito, abbigliamento tecnico o piccoli benefit.


Pacer maratona e mezza maratona: differenze

Il ruolo non cambia nella sostanza, ma le dinamiche sì. Nelle mezze maratone il ritmo è più alto e i gruppi tendono a essere più numerosi. Qui il pacer ha una funzione ancora più sociale: diventa il fulcro attorno a cui si stringono decine di runner con obiettivi simili. A livello psicologico la differenza è notevole. In maratona, dopo il trentesimo chilometro, il gruppo si assottiglia e resta chi ha davvero preparato la distanza. In mezza maratona invece il pacer è seguito fino all’arrivo da molti più corridori, perché la distanza resta impegnativa ma è più accessibile.


Gestione dei ristori quando segui un pacer

Uno degli errori più frequenti è dimenticare che il pacer non si ferma mai a lungo ai ristori. Se hai bisogno di prendere acqua o integratori devi farlo rapidamente, per non rischiare di perderlo. L’ideale è avvicinarsi leggermente in anticipo rispetto al gruppo, prendere ciò che serve e poi rientrare nella scia. Anche questo va provato in allenamento: impara a bere correndo o a rallentare di pochi secondi senza stravolgere il ritmo. È una piccola abilità che fa la differenza, soprattutto nelle maratone più calde o affollate.


Errori da evitare con i pacer

Il più grave è scegliere un pacer troppo veloce. Non basta desiderare un tempo, bisogna avere gli allenamenti che lo confermano. Seguire un pacer oltre le tue possibilità porta inevitabilmente a esplodere. Altrettanto rischioso è lasciarlo andare e poi cercare di recuperarlo: bruceresti energie preziose. Un altro errore è usarlo solo nei primi chilometri. Se abbandoni troppo presto, rischi di perderti e di farti trascinare da ritmi casuali. Importante anche la gestione del percorso. In salita e discesa il passo cambia fisiologicamente: un pacer esperto sa adattare il ritmo, ma tu devi imparare a seguirlo senza irrigidirti. Forzare in salita per restare incollato o lanciarti in discesa oltre le tue possibilità può compromettere la gara. La regolarità è fatta anche di adattamenti intelligenti.


Consigli pratici per la tua maratona

Per sfruttare al meglio i pacer prepara una strategia precisa. Simula in allenamento almeno due o tre lunghi a passo pacer, così il tuo corpo riconosce il ritmo. Prima della gara decidi se seguirlo dall’inizio alla fine o solo fino a un certo punto. Alcuni atleti preferiscono restare col pacer fino al trentesimo chilometro e poi provare ad accelerare. Altri lo usano solo per i primi venti, per non partire troppo forte, e poi proseguono a sensazione. Qualsiasi sia la tua scelta, resta lucido: se il ritmo diventa insostenibile, staccati prima che sia troppo tardi.

Abbina sempre la guida del pacer con i tuoi dati personali, in particolare la frequenza cardiaca. Il cardiofrequenzimetro ti dice se stai correndo al ritmo giusto per le tue capacità. Se le pulsazioni vanno fuori scala troppo presto, forse il pacer scelto non è quello giusto per te.


FAQ

Chi può fare il pacer in maratona?

Sono runner esperti, capaci di correre la distanza con passo costante e di supportare altri atleti. La selezione avviene spesso su curriculum e capacità di gestione gara.


Come scelgo il pacer giusto per me?

Devi basarti sul tempo che vuoi raggiungere, ma solo se la tua preparazione lo rende realistico. Non si tratta di sognare, ma di correre in linea con ciò che hai costruito in allenamento.


I pacer vengono pagati?

Nella maggior parte dei casi no. È un ruolo volontario, anche se molte maratone offrono il pettorale gratuito, una divisa ufficiale o prodotti degli sponsor.


Sono obbligato a seguirne uno?

Assolutamente no. Puoi correre anche senza pacer, ma averlo al tuo fianco significa avere un riferimento solido e ridurre i rischi di errori strategici.


Conclusione

I pacer maratona non sono semplici portatori di palloncini, ma veri angeli custodi della corsa. Seguirli significa affidarsi a una guida sicura, capace di darti regolarità, motivazione e la serenità di sapere che il tuo obiettivo è a portata di mano. Correre con un pacer non sostituisce la preparazione, ma la valorizza. È la scelta di chi vuole vivere la maratona in modo intelligente e strategico.


Vuoi arrivare pronto al giorno della gara e sfruttare al massimo l’aiuto dei pacer? Richiedi la tua settimana gratuita di coaching RunRitual: ti guiderò passo dopo passo nella costruzione della tua strategia perfetta.



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