Non sei lento: sei fuori controllo come ritrovare efficienza e velocità nella corsa
- Run Ritual

- 10 ago
- Tempo di lettura: 4 min

La falsa equazione lentezza = Scarsa capacità :
Molti runner si autodefiniscono “lenti” come se fosse un marchio d’inferiorità sportiva. Frasi come “Vado piano, quindi non sono un vero runner” o “Con questi ritmi tanto vale camminare” sono comuni non solo tra principianti, ma anche tra atleti esperti in fasi di recupero o dopo un infortunio.
Il problema è che questo modo di pensare confonde due concetti distinti: il ritmo di corsa e il controllo del gesto. Correre a 6’30” al km può essere efficiente e leggero se il movimento è fluido, il respiro è stabile e la postura è solida. Allo stesso ritmo, con respiro in affanno, spinta inefficace e postura collassata, la sensazione sarà di fatica estrema e lentezza cronica.
In realtà, la velocità non nasce da uno sforzo forzato, ma dalla capacità di mantenere il controllo biomeccanico e respiratorio lungo tutta la corsa. Lentezza e inefficienza sono due cose diverse: se recuperi il controllo, la velocità diventa una conseguenza naturale.
Il problema non è il passo : è il disordine !
Il ritmo di corsa, da solo, non dice nulla sulla tua efficienza. Correre “lenti” non è un difetto se il gesto è sotto controllo ; diventa un limite quando la corsa è disordinata, incoerente e faticosa anche a velocità ridotte.
Correre a 6’30”/km può essere perfetto in fase di rigenerazione o sviluppo aerobico, ma se questo passo è accompagnato da:
appoggio pesante e rumoroso,
busto inclinato e spalle chiuse,
spinta posteriore assente,
…il problema non è la velocità, ma l’assenza di coordinazione e gestione dello sforzo. La vera velocità arriva quando il corpo è stabile, la respirazione è economica e il gesto è coerente dall’inizio alla fine.
I segnali che indicano che sei fuori controllo (non lento) :
1. Respiro alto anche a ritmo lento
Se a 6’00–6’30/km:
respiri solo con la bocca,
non riesci a parlare in frasi brevi,
fai espirazioni corte e affannose,
Sei in squilibrio ventilatorio :l diaframma lavora male e il sistema aerobico è poco efficiente.
2. Appoggio rigido e impatto rumoroso
Segnali associati:
rumore marcato ad ogni passo,
ginocchia che compensano,
caviglie instabili. Un piede che atterra lontano dal corpo o in maniera “secca” indica una gestione scarsa dell’ammortizzazione naturale di caviglia e ginocchio.
3. Postura collassata dopo 15–20 minuti
spalle che si chiudono,
busto che si inclina in avanti,
spinta posteriore che scompare.
Non è solo stanchezza: è incapacità di mantenere il controllo posturale sotto carico. Una tecnica apparentemente buona può crollare in breve tempo se la muscolatura di sostegno non regge.
4. Incapacità di variare ritmo o recuperare
Se provi ad accelerare e il gesto si spezza,
Oppure rallenti ma il respiro resta alto,
Significa che il sistema non è adattabile :recuperare più di 10–15 minuti per scendere sotto i 120 bpm è un segnale di inefficienza aerobica.
Perché il controllo viene prima della velocità ?
La corsa è un gesto ciclico ma instabile, che richiede:
equilibrio dinamico,
coordinazione neuromuscolare,
respirazione adattata allo sforzo,
concentrazione e consapevolezza corporea.
Senza questi elementi, ogni aumento di velocità diventa una lotta meccanica, non un miglioramento reale. Il risultato? Fatica cronica e sensazione di lentezza permanente, indipendentemente dai ritmi.
Come ritrovare il controllo (e diventare più veloce) ?
1. Rallenta ancora di più e ascolta :
Il paradosso: per correre meglio, devi andare più piano ! Solo a un ritmo molto basso puoi :
percepire chiaramente l’appoggio del piede,
correggere l’assetto del busto,
regolare il respiro.
Esercizio: 20 minuti a 7’00–7’30/km concentrandoti esclusivamente su fluidità e stabilità.
2. Cura la respirazione fin dal primo minuto :
Non aspettare di “sentirti affaticato” per pensare al respiro :
Alterna naso e bocca per un flusso costante.
Mantieni espirazioni lunghe e regolari.
Usa ritmi respiratori come 3:3 o 3:2 per stabilizzare la ventilazione.
3. Lavora sul piede e sulla postura fuori dalla corsa :
Il controllo tecnico non si costruisce solo correndo :
Propriocettiva (tavoletta, cuscino instabile, monopodalico).
Rinforzo del piede (camminata sull’avampiede, lavoro a piedi nudi).
Mobilità toracica e attivazione del core.
Chi ha un corpo stabile e reattivo fuori dalla corsa, trasferisce automaticamente questa efficienza in movimento.
Protocollo settimanale per recuperare il controllo :
Giorno : | Obiettivo : | Contenuto : |
Lunedì | Mobilità + respirazione | 15’ mobilità torace + 10’ respiro diaframmatico |
Martedì | Corsa controllata | 40’ a 7’00/km max, RPE 3, respiro 3:2 |
Mercoledì | Esercizi piede-core | 3 circuiti da 5’ (propriocettiva + core + equilibrio) |
Giovedì | Riposo attivo | Camminata lunga + stretching |
Venerdì | Corsa + progressione finale | 30’ a 6’30/km + 10’ a RPE 6 |
Sabato | Forza funzionale | 20’ esercizi a corpo libero (gluteo, core, piede) |
Domenica | Lungo lento e costante | 60–70’ a ritmo sostenibile con attenzione al gesto |
Il punto di vista del coach !
Da coach, posso dirti che la maggior parte dei runner che si definiscono “lenti” hanno in realtà un problema di disorganizzazione del gesto, non di capacità fisiologica pura.Vedo spesso:
respirazione inefficiente,
postura che crolla precocemente,
appoggio pesante e poco reattivo.
Quando lavorano sulla qualità del movimento (non sulla quantità di chilometri) in 4–6 settimane corrono più forte, con meno fatica e senza modificare drasticamente il volume di allenamento.
FAQ :
Se sono lento, devo spingere di più? No. Spingere quando il corpo non è pronto crea compensi e aumenta il rischio di infortuni. Prima costruisci efficienza a basso ritmo, poi la velocità arriverà come risultato naturale.
Mi sento più affaticato quando corro piano. È normale? Sì, se non sei abituato a controllare il gesto. La corsa lenta richiede attenzione e precisione, mentre a ritmi più alti spesso usi inerzia e automatismi. Con la pratica, la corsa lenta diventa il tuo miglior strumento tecnico.
Posso diventare più veloce senza aumentare il volume? Assolutamente sì. Migliorare postura, respirazione e coordinazione produce un guadagno immediato in economia di corsa, e quindi in velocità, anche a parità di chilometraggio.
Correre piano rovina la meccanica? Solo se lo fai in modo disattento. Se mantieni consapevolezza e tecnica, la corsa lenta è un laboratorio per perfezionare ogni dettaglio del gesto.
Conclusione
Dire “sono lento” è una semplificazione che nasconde il vero problema: mancanza di controllo. Non servono più chilometri, scarpe speciali o ripetute massacranti per migliorare: serve costruire una base solida fatta di postura stabile, respiro efficiente e coordinazione.Quando il corpo è sotto controllo, la velocità non è più un obiettivo da inseguire: è una conseguenza inevitabile.




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