Running e dieta OMAD: benefici, rischi e applicazioni pratiche per il runner evoluto
- Run Ritual

- 10 ago
- Tempo di lettura: 3 min

La dieta OMAD (One Meal A Day), ovvero un solo pasto al giorno, è una forma estrema di digiuno intermittente che sta guadagnando popolarità anche tra alcuni runner. Diversi runner mi riportano esperienze contrastanti: chi ne esalta la leggerezza e la stabilità energetica, e chi invece racconta cali di rendimento, difficoltà di recupero e problemi di concentrazione. Questa guida tecnica analizza il rapporto tra corsa e OMAD, valutando benefici, limiti e modalità di applicazione per un runner evoluto.
Cos’è la dieta OMAD
Consiste nell’assumere tutte le calorie giornaliere in un’unica finestra di 1–2 ore.
Il resto della giornata (22–23 ore) è in digiuno completo da cibi calorici, consentendo solo acqua, tè o caffè senza zuccheri.
L’apporto calorico deve comunque coprire il fabbisogno giornaliero, anche se concentrato.
Perché alcuni runner scelgono OMAD
Semplificazione: un solo pasto elimina la gestione dei pasti durante la giornata.
Controllo del peso: facile mantenere deficit calorico se necessario.
Sensazione di leggerezza: correre a stomaco vuoto può ridurre fastidi gastrointestinali.
Benefici percepiti di concentrazione e focus mentale durante il digiuno.
Impatti fisiologici dell’OMAD nel running
Aspetti positivi potenziali
Flessibilità metabolica: il corpo diventa più efficiente nell’uso dei grassi come carburante.
Riduzione dei picchi glicemici: minori fluttuazioni di energia e umore.
Allenamento in stato di glicogeno basso: utile per stimolare adattamenti aerobici.
Rischi e limiti
Scarsa disponibilità di glicogeno per allenamenti ad alta intensità.
Difficoltà a raggiungere fabbisogno calorico e proteico in un solo pasto.
Rallentamento del recupero post-allenamento per ritardo nell’apporto di nutrienti.
Stress ormonale: rischio di alterazioni su cortisolo e ormoni tiroidei se protratto a lungo.
OMAD e tipologia di allenamento
Allenamenti leggeri e a bassa intensità
Possono essere ben tollerati in stato di digiuno, soprattutto da atleti abituati.
Utile per lavori di fondo lento o camminata veloce.
Allenamenti intensi o lunghi
Richiedono disponibilità di glicogeno: più rischioso affrontarli senza apporto calorico pre-allenamento.
Possibile strategia: posizionare l’allenamento vicino al pasto OMAD per facilitare recupero.
Periodi di carico
OMAD è meno indicata in fasi con volumi o intensità elevate, a causa del maggiore fabbisogno energetico.
Strategia di applicazione per runner evoluto
1. Adattamento graduale
Iniziare con digiuno intermittente 16:8 o 18:6.
Passare a OMAD solo dopo alcune settimane di adattamento metabolico.
2. Pianificazione del pasto
Alta densità nutrizionale: proteine di qualità (1,6–2 g/kg), carboidrati complessi, grassi sani, micronutrienti.
Includere frutta, verdura e fonti di elettroliti naturali.
Evitare eccesso di cibi ultra-processati per “fare numero” di calorie.
3. Timing allenamenti
Per sessioni intense, programmare l’allenamento 1–2 ore dopo il pasto.
Per lavori aerobici leggeri, possibile allenarsi a digiuno e mangiare successivamente.
4. Monitoraggio
Tenere traccia di prestazioni, recupero, qualità del sonno, peso e composizione corporea.
Prestare attenzione a segni di sovrallenamento o deficit energetico cronico.
Errori comuni nell’OMAD per runner
Usare OMAD in periodi di allenamento ad alto volume senza adattamenti.
Mangiare pasti squilibrati (es. troppo proteine, pochi carboidrati).
Ignorare la necessità di idratazione costante durante la giornata.
Non ascoltare segnali di calo energetico o irritabilità.
Esempio di giornata tipo con OMAD e corsa
Orario | Attività |
07:00 | Corsa lenta 45 min a digiuno |
08:00–19:00 | Digiuno (acqua, tè, caffè) |
19:00 | Pasto OMAD: riso integrale, salmone, verdure, avocado, frutta |
20:00 | Passeggiata leggera per digestione |
22:30 | Sonno |
Conclusione
La dieta OMAD può essere una strategia interessante per runner con obiettivi specifici di composizione corporea o semplificazione alimentare, ma non è adatta a tutti e richiede adattamento graduale, pianificazione nutrizionale e monitoraggio costante. Il runner evoluto valuta con attenzione il contesto di allenamento e la fase della stagione prima di adottarla, integrandola in modo intelligente per non compromettere performance e recupero.




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