Pliometria o sollevamento pesi cosa funziona davvero per i runner
- Run Ritual

- 12 lug
- Tempo di lettura: 4 min
Nel mondo della corsa, la parola "forza" può assumere molte forme. C'è chi parla di sollevamento pesi per aumentare la potenza, chi di pliometria per migliorare reattività e tecnica, e chi ancora sostiene che basti correre in salita. Ma tra tutte le possibilità, la domanda resta: pliometria o forza massima? E in quale contesto conviene usare l’una, l’altra o entrambe? In questo articolo ti accompagno in un’analisi concreta, con riferimento agli studi più citati e all’esperienza pratica sul campo. Vedremo come queste due metodologie impattano sulla running economy, sulla meccanica del passo, sulla soglia lattacida, e anche sul rischio infortuni.

Allenamento della forza nella corsa: i benefici veri
Allenarsi con sovraccarichi porta a miglioramenti documentati nella capacità neuromuscolare del runner, soprattutto quando si lavora sotto le 6 ripetizioni e a carichi >85% del massimale. I benefici diretti sono:
aumento della spinta propulsiva per migliorare la fase di volo
riduzione dell’instabilità meccanica nella corsa prolungata
miglior controllo eccentrico durante discese e appoggi irregolari
Pliometria per runner: effetto sulla reattività e sulla running economy
La pliometria lavora sul ciclo allungamento-accorciamento (SSC), migliorando la rigidezza elastica della catena posteriore. Il risultato è un minor tempo di contatto al suolo e una maggiore efficienza meccanica. Alcuni studi mostrano miglioramenti della running economy fino al 8% a velocità submassimali (<12 km/h).
Esempio: inserire 3x8 hurdle jumps + 3x10 split squat jump post-riscaldamento, 2 volte a settimana, ha migliorato la cadenza di un mio atleta nei 10K (Marco, 36 anni, Milano) riducendo del 3% il tempo totale.
Forza massima nei runner: il lavoro sulle 3-5 ripetizioni all'85-90%
I protocolli a bassa ripetizione e alto carico (es. 4x4 squat al 90% 1RM) stimolano in modo diretto l’unità motoria e aumentano la forza esplosiva. È fondamentale:
lavorare su esercizi multiarticolari (squat, deadlift, affondi bulgari)
eseguire carichi elevati in fasi di costruzione, mai in picco di carico di corsa
garantire recuperi completi tra serie (2–3 minuti)
Squat per runner: tecnica, variazioni e quando inserirli
Lo squat resta il re dell’allenamento forza. Ma per i runner non basta eseguire lo squat classico. Variazioni consigliate:
Front squat per attivazione del core
Bulgarian split squat per asimmetrie
Box squat per chi ha problemi di mobilità
Esempio pratico: atleta che preparava maratona in 3h15’ (Chiara, 41 anni, Bologna) ha inserito 2 sessioni/settimana con squat + affondi posteriori migliorando la stabilità in discesa nei lunghi trail.
Pliometria per migliorare la tecnica di corsa
Gli esercizi pliometrici vanno oltre il potenziamento: migliorano la propriocezione e l’appoggio dinamico. Alcuni classici:
pogo jumps a piedi uniti (20 secondi)
salti alternati su scalino (3x10 per gamba)
salti reattivi con mini pausa (2x8 in avanzamento)
Questi stimoli simulano la reattività di un appoggio economico, utile su trail e su strada.
Combinare forza e pliometria: il mix che funziona
I programmi più efficaci combinano entrambi i metodi. Si parla di complex training quando si accoppia:
un esercizio di forza (es. squat 3x5)
a un esercizio esplosivo con lo stesso pattern (es. squat jump 3x8)
Questo sfrutta il fenomeno della potenziazione post-attivazione (PAP), dove il sistema neuromuscolare rimane facilitato nella fase esplosiva.
Running economy: come migliora con la forza e la pliometria
Numerosi studi confermano che forza massima e pliometria migliorano la quantità di ossigeno consumata a pari velocità. In particolare:
la forza migliora economy a ritmi medio-alti (10K/Mezza)
la pliometria incide soprattutto a ritmi blandi o su trail
Caso studio: atleta 10K a 4'30”/km ha ridotto il VO₂ relativo del 5% dopo 6 settimane con 2 sedute miste.
Effetto PAP nella corsa: sfruttare la potenziazione
Il PAP (Post Activation Potentiation) è una strategia avanzata in cui la contrazione volontaria ad alta intensità “sveglia” le unità motorie. In pratica:
si esegue una serie di squat pesanti
si attende 3 minuti
si eseguono salti verticali o balzi
Questa tecnica, se ben dosata, può portare un guadagno del 2–3% in velocità nei finali di gara.
Forza e pliometria nei runner lenti (<12 km/h): effetti diversi
I runner che corrono sopra i 5’/km traggono beneficio maggiore dalla pliometria, perché lavorano per più tempo in fase di appoggio. Tuttavia, la forza resta utile per prevenire cali nel finale.
Esempio: atleta master 55 anni, ritmo medio 6’/km, ha ridotto il drop di velocità nel secondo 5K di una 10K inserendo salti reattivi e squat a corpo libero.
Come inserire forza e pliometria nel piano settimanale
Giorno | Mattina | Pomeriggio |
Lunedì | riposo o core stability | forza (squat, affondi) |
Mercoledì | corsa media | pliometria (salti, balzi) |
Venerdì | corsa lenta con allunghi | forza + pliometria (complex) |
Domenica | lungo o medio progressivo |
FAQ
La pliometria è sufficiente per migliorare la corsa?
Solo in parte. La pliometria migliora la reattività e la corsa su terreni irregolari o in salita. Ma non sostituisce il lavoro di forza vera, soprattutto per runner che vogliono ridurre il degrado meccanico dopo i 10 km.
La forza rallenta la corsa?
No, se gestita bene. Anzi, migliora il reclutamento neuromuscolare. Il rischio di “gambe pesanti” si riduce con carichi ben calibrati, recuperi lunghi e pause tra i cicli intensivi.
Serve davvero combinare forza e pliometria?
Sì. La combinazione consente di agire sul sistema nervoso e su quello elastico in modo complementare. Questo porta a miglioramenti sinergici sulla corsa, soprattutto nei finali di gara.
Conclusioni
Forza e pliometria non si escludono: si integrano. La differenza la fa il modo in cui le inserisci nel piano settimanale e la fase della stagione. Runner che mirano a 5K e 10K possono usare schemi PAP o complex training. Chi prepara mezze o trail lunghi deve invece ragionare in blocchi, inserendo sedute separate a basso impatto e alta qualità. Lavorare sulla forza non è mai un errore, ma deve essere allenata come si corre: con intelligenza, progressione e recupero.




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