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Fame dopo allenamento: cause vere, errori comuni e strategie per i runner

Quando la corsa finisce… ma la fame inizia

Molti runner, anche ben allenati, sperimentano una sensazione di fame intensa dopo l’allenamento. A volte arriva subito, altre ore dopo. Alcuni la ignorano, altri la vivono come un segnale incontrollabile. In alcuni casi è fame vera. In altri, è il sintomo di una gestione sbagliata del recupero. In questo articolo analizziamo perché arriva la fame dopo la corsa, quando è fisiologica e quando no, e quali sono le strategie più efficaci per evitarne gli effetti negativi, soprattutto se si corre spesso, con carichi progressivi o obiettivi di lungo termine.

Fame dopo allenamento: cause vere, errori comuni e strategie per i runner

Fame dopo allenamento: che cosa succede davvero

Quando l’allenamento termina, il corpo non è in equilibrio. Ha perso liquidi, consumato glicogeno muscolare, e attivato una risposta infiammatoria controllata che richiede nutrienti per riparare e ricostruire. In questa fase, la fame può manifestarsi in modi diversi.


Le risposte più frequenti nel post-allenamento

  • Fame intensa entro 30 minuti: tipica dei lavori lunghi o ad alta intensità, dove il consumo energetico è stato netto e il recupero richiede un rapido reintegro.

  • Assenza di fame immediata, ma appetito esagerato ore dopo: comune in chi salta il pasto post-allenamento o assume solo liquidi. Il corpo rimanda la richiesta, ma poi “presenta il conto”.

  • Fame notturna o il giorno successivo: segnale che il recupero è stato insufficiente e che il bilancio energetico è negativo.


Quando la fame è fisiologica, e quando è spia di un errore


Fame vera → compare in modo graduale, spesso accompagnata da calo di energia, nervosismo, desiderio di cibo solido. È normale, soprattutto dopo lunghi o doppie sedute.


Fame “emotiva” o disallineata → arriva subito dopo lo sforzo anche se non c’è stato un reale svuotamento delle riserve. Può essere legata alla disidratazione o alla mancanza di recupero mentale.


L’errore più comune è confondere fame con bisogno. Dopo un allenamento intenso, la fame può essere assente per effetto degli ormoni dello stress (come l’adrenalina), ma il corpo ha comunque bisogno di recuperare. Al contrario, dopo allenamenti leggeri ma in deficit calorico, può apparire una fame sproporzionata.


Cosa dicono i runner che la sperimentano spesso

Chi corre da anni conosce bene quella fame che non si spegne: compare dopo le ripetute, si trascina dopo i lunghi, esplode dopo due giorni di medio + salite. Non è sempre fame incontrollabile: è spesso una combinazione di stanchezza, sottorecupero e carico metabolico accumulato.

Un classico è l’abbuffata serale dopo allenamento pomeridiano non seguito da un pasto adeguato. Oppure la voglia di zuccheri nelle ore serali, anche se si è mangiato durante il giorno. Questo accade perché il corpo ha perso controllo glicemico, ha richiesto energia, ma non l’ha ricevuta nel momento giusto.


Errori comuni nella gestione della fame post-corsa

  • Saltare il pasto post-allenamento perché “non si ha fame”

  • Bere solo acqua o integratori senza introdurre proteine e carboidrati reali

  • Ritardare l’assunzione di cibo per più di 60 minuti

  • Compensare con snack ad alto contenuto zuccherino ore dopo

  • Avere un bilancio calorico giornaliero negativo per più giorni di seguito


Strategie tecniche per gestire la fame dopo l’allenamento


Inserire uno spuntino completo entro 20–40 minuti

iDeve contenere una fonte proteica (20–25 g) e una quota di carboidrati (30–50 g), per ricostruire e rifornire senza stimolare picchi glicemici.


Idratarsi in modo bilanciato

L’assunzione di soli liquidi senza nutrienti solidi può accentuare la fame nelle ore successive.


Meglio affiancare l’idratazione a una base solida digeribile

Mangiare anche se non si ha fame. In certe giornate, il corpo sopprime lo stimolo dell’appetito. Ma il recupero avviene solo se riceve nutrienti. In questi casi, lo “stimolo” va sostituito con un metodo.


Distribuire meglio l’energia totale nella giornata

Se l’assunzione calorica è concentrata tutta a cena, la fame aumenta nelle ore precedenti. Bilanciare colazione, pranzo e snack aiuta a evitare squilibri.


Pianificare i pasti nei giorni di carico

Nel secondo giorno di carico consecutivo, il fabbisogno energetico aumenta. La fame è solo il riflesso di ciò che non è stato dato in anticipo.


Fame come segnale utile

Non è un nemico, né un errore da correggere. La fame post-allenamento è un segnale prezioso del corpo, che va ascoltato e gestito. Il problema nasce quando viene ignorata o assecondata in modo impulsivo.

Un runner evoluto sa che mangiare non è solo recupero energetico, ma anche modulazione ormonale, stabilità glicemica e prevenzione degli infortuni. Saper leggere la fame dopo la corsa è parte integrante del processo di crescita.


Conclusione

La fame dopo l’allenamento non è qualcosa da temere. È un linguaggio corporeo che va interpretato. Un runner che impara a riconoscerla, gestirla e anticiparla diventa più efficiente, più resistente e meno soggetto a errori metabolici. Non si tratta solo di mangiare o non mangiare. Si tratta di allenare anche il recupero, come si allena il gesto tecnico.

La vera evoluzione avviene tra un allenamento e l’altro. E lì, spesso, la fame ha qualcosa da dire

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