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Run Ritual

Correre con il caldo: cosa faccio grado per grado, da 25°C in su

Correre con il caldo: cosa faccio grado per grado, da 25°C in su

25°C – Il punto di svolta

A 25 gradi non sembra ancora estate, ma per chi corre è l’inizio del cambio di fase.Il cuore inizia a salire anche se tieni lo stesso ritmo di sempre, la respirazione si fa più superficiale e la termoregolazione entra in gioco. È qui che comincio a modificare i miei allenamenti.


Cosa faccio:

  • Bevo 300 ml d’acqua 30 minuti prima di uscire

  • Riduco il ritmo del 3-5% anche se mi sento bene

  • Indosso maglia tecnica chiara e cappellino ventilato

  • Prevedo un primo chilometro lento, quasi di riscaldamento interno


Il coach: a 25°C, la disidratazione inizia silenziosa. Se arrivi a fine corsa con la maglia completamente asciutta, sei già in deficit.


26°C – Il sudore diventa meno utile

A 26 gradi inizio a notare un calo nell’efficienza della sudorazione. Sudo molto prima e l’acqua evapora meno. Questo significa una cosa sola: meno raffreddamento, più stress cardiaco.


Cosa faccio:


Salute: occhio al sale perso: le gambe iniziano a "tirare" anche se vai piano. È il momento di valutare integratori elettroliti.


27°C – Il cuore sale anche da fermo

A questa temperatura il cardiac drift è evidente. Anche in fase di recupero, il cuore resta alto. Allenarsi diventa una sfida tra mantenere il gesto e contenere la temperatura interna.


Cosa faccio:

Tecnica: molti runner si ostinano a tenere i ritmi soliti. A 27°C, meglio salvare la corsa che la media al km.


28°C – La fatica arriva prima del previsto

Qui la differenza si sente già al riscaldamento. A 28 gradi il corpo entra in modalità difensiva: disperde calore, sacrifica potenza, rallenta i riflessi. Se non ti adegui, consumi tutto nei primi 20 minuti.


Cosa faccio:

  • Mi alleno non oltre le 7:00 o dopo le 20:00

  • Aggiungo spruzzate su testa e nuca ogni 15’

  • Porto con me piccola borraccia o zainetto idrico

  • Inserisco tratti in camminata attiva, programmati


Mentale: a 28°C sento cali cognitivi. Se sbaglio percorso o inizio a perdere lucidità, rallento subito.


29°C – Crampi, rischio reale

Quando vedo 29 gradi, per me è zona di allerta. In questa fascia il corpo perde sali a ritmo doppio e il battito si stabilizza 10-12 bpm sopra la media. La fatica diventa sistemica.


Cosa faccio:

  • Integro sali minerali già dal 20° minuto

  • Uso colori chiari e tessuti ultra-leggeri

  • Riduco la durata complessiva del 15-20%

  • Cammino almeno 2 volte in ogni uscita >30’

Segnale critico: se la pelle inizia a essere asciutta, nonostante il caldo, sono in disidratazione. Mi fermo.


30°C – L’efficienza muscolare crolla

A 30°C, anche se il corpo è abituato, il sistema muscolare inizia a perdere efficienza. Le fibre non rispondono come dovrebbero. Più calore = meno forza disponibile.


Cosa faccio:

  • Indosso cooling vest o lo uso nei tratti camminati

  • Bevo ogni 10’, non solo in base alla sete

  • Programmo pause attive per rinfrescarmi

  • Evito tratti al sole pieno dopo i primi 15 minuti


Coach: da questo punto in poi, se senti il respiro diventare irregolare, non aumentare lo sforzo. Rallenta e abbassa la frequenza d’azione.


31°C – Confusione, pericolo silenzioso

Qui entriamo in zona limite. A 31 gradi l’apparato cardiocircolatorio è sotto stress costante, anche a ritmi blandi. Qualsiasi imprevisto (vento caldo, tratto assolato) può portare a collasso termico.


Cosa faccio:

  • Corro non più di 25-30 minuti

  • Solo percorsi con ombra e fontane

  • Uso zainetto idrico con beccuccio facile

  • Se sento pesantezza alla testa, cammino e torno

Allerta: l’organismo può entrare in “modalità difesa”. Se il cuore resta alto più di 10’ dopo la corsa, sei andato oltre.


32°C – Termoregolazione fuori controllo

A questo punto il corpo non riesce più a raffreddarsi in modo efficiente. La sudorazione non basta, il sangue va tutto alla pelle, il cervello riceve meno ossigeno. Ogni movimento è inefficiente.


Cosa faccio:

  • Solo camminata attiva o corsa lentissima

  • Solo luoghi noti, brevi, ombreggiati

  • Porto con me ghiaccio o bandana da rinfrescare spesso

  • Mi fermo al primo segnale di nausea o tremore

Stop obbligatorio: se ti sembra di “non sentire più le gambe” o se vedi sfocato, è ora di smettere. Subito.


33°C – Non corro. Punto.

Quando il termometro segna 33 gradi o più, non corro. Nemmeno al tramonto. Nemmeno in pineta.È la soglia del rischio reale: crolli pressori, colpi di calore, danni sistemici. Correre a questa temperatura non è allenamento, è scommessa.


Cosa faccio:

  • Solo camminata all’alba, massimo 20’

  • Oppure tapis roulant indoor con ventilazione

  • Mi idrato con acqua fresca e sali

  • Mi alleno il giorno dopo, non mi gioco la settimana

Nota conclusiva: nessun runner perde condizione con un giorno in meno. Ma puoi rovinare una stagione con una sola uscita sbagliata a 33°C.


Temperatura

Cosa succede al corpo

Cosa fare in pratica

25°C

Aumento iniziale della frequenza cardiaca

Bevi prima, riduci ritmo, usa maglie chiare

26°C

Sudorazione meno efficace

Acqua ogni 15’, cerca ombra, bandana bagnata

27°C

Cardiac drift marcato

Corri a sensazione, pausa camminata ogni 15’, acqua fredda

28°C

Affaticamento precoce, meno lucidità

Solo alba/tramonto, spruzzi su testa e collo, portaborraccia

29°C

Disidratazione, rischio crampi

Integrazione sali, riduci durata allenamento del 20%

30°C

Perdita efficienza muscolare

Cooling vest, camminate frequenti, solo percorsi noti

31°C

Respiro corto, pesantezza mentale

Uscite brevi, ombra costante, zainetto idrico obbligatorio

32°C

Termoregolazione inefficace

Solo camminata attiva, fermati al minimo segnale d’allarme

33°C+

Rischio collasso termico

Non correre: solo indoor o camminata pre-alba


Conclusione

Per me, ogni grado sopra i 25°C è una variabile da gestire.Non improvviso, non sfido la temperatura.La corsa estiva è come una gara a scacchi: ogni mossa sbagliata ti porta fuori tempo, fuori ritmo, fuori forma.E se non ti fermi tu, lo farà il tuo corpo. Correre bene con il caldo non è questione di forza. È questione di intelligenza, rispetto e strategia. E il rispetto comincia proprio lì: ai 25 gradi.

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