Competizione o allenamento? Come scegliere il momento giusto per gareggiare
- Run Ritual

- 10 ago
- Tempo di lettura: 3 min
Ogni runner, dal principiante motivato all’atleta evoluto, si trova ciclicamente davanti a una scelta: partecipare a una gara oppure concentrarsi su un periodo di allenamento continuativo. Per alcuni runner, gareggiare è il modo migliore per misurare i progressi; per altri, troppe competizioni rischiano di compromettere la preparazione a lungo termine. La verità, come sempre, sta nell’equilibrio e nella capacità di integrare le gare nel proprio percorso di crescita, senza farsi travolgere dall’entusiasmo del pettorale.

Perché la scelta è strategica
Scegliere se e quando gareggiare non è solo una questione di calendario: è una decisione che influisce su carico di lavoro, recupero, motivazione e progressione atletica.Gare e allenamenti sono due facce della stessa medaglia:
La competizione è stress fisico e mentale intenso, capace di stimolare adattamenti e fornire feedback reali.
L’allenamento continuativo è la base su cui costruire resistenza, forza e velocità senza interruzioni.
La gestione ottimale dipende da fattori come livello di esperienza, obiettivi stagionali, stato di forma e necessità di recupero.
I vantaggi della competizione
1. Stimolo ad alte intensità
In gara si spinge quasi sempre più forte rispetto a un allenamento, anche in lavori specifici. Questo stimolo ad alta intensità è difficilmente replicabile in allenamento, soprattutto dal punto di vista mentale.
2. Feedback reale
Il cronometro e il confronto diretto con altri runner forniscono indicazioni oggettive sulla condizione attuale, utili per valutare il lavoro svolto.
3. Allenamento della gestione gara
Partecipare a eventi minori prima di un obiettivo principale permette di testare:
Pacing
Gestione mentale sotto pressione
4. Motivazione e varietà
Le gare spezzano la routine, aiutano a mantenere alta la motivazione e offrono esperienze diverse.
I rischi di gareggiare troppo spesso
1. Recupero insufficiente
Una gara intensa richiede giorni (o settimane, se lunga) di recupero. Gare troppo ravvicinate riducono il tempo per allenamenti di qualità.
2. Carico cumulativo
L’accumulo di fatica senza blocchi di recupero aumenta il rischio di infortuni e overtraining.
3. Perdita di continuità
Saltare sedute chiave per riposare prima o dopo una gara può rallentare i progressi, soprattutto in fasi di costruzione.
Quando usare la gara come allenamento
In alcune fasi, gareggiare può sostituire o integrare un allenamento specifico.
Esempi:
Mezza maratona 6–8 settimane prima di una maratona: come lungo controllato in zona ritmo gara.
Gara corta in periodo di costruzione: come seduta di velocità/VO₂max.
Trail medio: per simulare carico muscolare e tecnico in vista di un ultra.
La chiave è gestire l’intensità e non farsi trascinare troppo dall’adrenalina.
Fattori da considerare nella scelta
1. Obiettivo principale
Se si sta preparando una gara target, le altre competizioni devono essere funzionali a quell’obiettivo.
2. Stato di forma
Buona condizione: si può inserire una gara per sfruttare il picco di forma.
Fase di costruzione: meglio privilegiare allenamenti lunghi e progressivi.
3. Tempo di recupero disponibile
Più la gara è lunga e intensa, più tempo servirà per recuperare. In periodi con poco margine, meglio limitare eventi stressanti.
Linee guida generali
Tipo gara | Frequenza consigliata | Uso |
5–10 km | Ogni 2–3 settimane | Test velocità, seduta qualità |
Mezza maratona | Ogni 4–6 settimane | Lungo controllato o test ritmo gara |
Maratona | 2–3 all’anno | Gara obiettivo |
Ultra/trail lunghi | 1–2 all’anno | Gara obiettivo, test materiali |
Come integrare le gare nel piano annuale
Periodizzazione
Periodo di costruzione: gare brevi e poco frequenti, usate come sedute di qualità.
Periodo specifico: inserire gare di distanza intermedia per testare ritmo e strategie.
Periodo di picco: una o due gare target.
Recupero post-stagione: solo eventi ludici o non competitivi.
Errori comuni
Gareggiare ogni settimana senza obiettivi chiari.
Non adattare il carico di allenamento intorno alle gare.
Usare ogni gara come massimo sforzo, anche quando dovrebbe essere allenante.
Sottovalutare l’impatto mentale delle competizioni frequenti.
Esempio di integrazione gare in una stagione maratona
Settimana | Attività |
1–8 | Costruzione base: allenamenti regolari, 1–2 gare corte facoltative |
9–12 | Periodo specifico: 1 gara di 10 km, 1 mezza maratona test |
13–15 | Intensificazione: lavori specifici, no gare lunghe |
16 | Maratona obiettivo |
17–20 | Recupero e transizione |
Consigli pratici per decidere
Chiedersi: questa gara aiuta il mio obiettivo principale o lo ostacola?
Valutare la logistica e l’impatto sulla settimana di allenamento.
Essere onesti sulle proprie capacità di recupero.
Programmare pause strategiche nel calendario.
Conclusione
Competizione e allenamento non sono in contrapposizione: sono strumenti complementari per crescere come runner. Il segreto sta nel dosare le gare, usarle come test o stimolo e non come sostituto costante dell’allenamento. Il runner evoluto costruisce il proprio calendario in funzione degli obiettivi principali, sapendo quando vale la pena indossare un pettorale e quando invece è meglio restare in pista o sul sentiero ad allenarsi. Corri con Runritual




Commenti