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Run Ritual

Allenamento corsa British vs Italiano: due scuole a confronto

Allenamento corsa British vs Italiano: due scuole a confronto

Introduzione: due culture, due linguaggi

Nel mondo della corsa, esistono due approcci profondamente diversi che continuano a produrre atleti, risultati e soprattutto modelli di pensiero: la scuola italiana, strutturata, scientifica, pianificata; e quella britannica, più libera, intuitiva, basata sull’esperienza e il terreno.

Come coach, ho visto runner rinascere passando da una all’altra, ma anche fallire cercando di forzarsi in un metodo non adatto alla propria fisiologia o alla propria testa.Questo articolo confronta con rigore tecnico i due approcci, analizzando sedute, modelli fisiologici, carico mentale, risposta adattativa e strategie applicative.


Filosofia generale: controllo vs adattamento


Allenamento corsa British vs Italiano: due scuole a confronto

Metodo Italiano

Il cuore del metodo italiano è il controllo delle variabili. L’allenamento è progettato per indurre uno stimolo fisiologico ben definito, con parametri misurabili: frequenza cardiaca, velocità specifica, soglia del lattato, VO₂max. Ogni seduta è pensata per una funzione: migliorare una qualità fisiologica, senza dispersioni.


La logica è lineare:

  • Costruzione di una base aerobica solida

  • Periodi di richiamo lattacido e anaerobico

  • Tapering pre-gara con scarico progressivo


Il runner si affida alla struttura predefinita, spesso settimanale o bisettimanale, con l’allenatore che adatta microcarichi e microcicli in funzione della risposta.


Allenamento corsa British vs Italiano: due scuole a confronto

Metodo British

Nella scuola British, l’approccio si basa su adattamento progressivo al carico attraverso il contesto: terreno, fatica percepita, tempo atmosferico, variazioni naturali di ritmo. L’intensità non è predeterminata dal cronometro, ma dal feedback del corpo. Non si corre “10x1000 a 4’10/km”, ma magari si corre su sterrato “10 blocchi da 3’ forte / 2’ facile” dove forte significa “85–90% dello sforzo percepito”.

Il carico interno (quanto lo sforzo impatta sull’organismo) prevale sul carico esterno (ritmo, velocità, wattaggi).


L’obiettivo è costruire una forma atletica elastica, adattabile, resistente alla variabilità: fisica, mentale e ambientale.


Struttura settimanale: confronto analitico

Metodo Italiano (atleta 10K da 42’)

Giorno

Allenamento

Dettagli Tecnici

Lunedì

Lento rigenerante

50’ @ 65–70% FCmax

Martedì

4x2000m @ 4’30/km – rec. 2’ camminata

Mercoledì

60’ @ 5’30/km, cadenza controllata

Giovedì

Medio

10 km: 5 km @ 4’50 + 5 km @ 4’30

Venerdì

Riposo / core

Core training 20’

Sabato

Ripetute VO₂max

12x400m @ 3’55/km – rec. 1’30

Domenica

Lungo progressivo

16 km: primi 10 km @ 5’25/km, ultimi 6 @ 5’00/km

Logica: alternanza precisa tra carichi lattacidi, aerobici e neuromuscolari. Il lungo è strutturato, non lasciato al caso.


Metodo British (stesso atleta)

Giorno

Allenamento

Dettagli Tecnici

Lunedì

Trail rigenerante

45’ su dislivello leggero

Martedì

Fartlek 45’

6x3’ forte / 2’ easy – no riferimento al ritmo

Mercoledì

Bici + core

45’ bike indoor + 15’ mobilità

Giovedì

Tempo run su colline

30’ a soglia percepita (RPE 7.5/10)

Venerdì

Corsa rigenerante morbida

30’ @ sensazione su sterrato

Sabato

8x1’ salita / discesa corsa attiva

Domenica

Lungo misto

80–90’ su percorso collinare variato

Logica: l’adattamento viene dal mix di superficie, ritmo variabile e carico interno non standardizzato. È il contesto a stimolare la risposta fisiologica.



Stimolo fisiologico: come risponde il corpo

Metodo Italiano

Ogni seduta ha una finalità biochimica chiara:


  • Ripetute soglia (es. 3x3000): aumento della potenza lipidica e miglioramento della capacità di smaltimento del lattato.

  • Ripetute VO₂max: incremento della capacità massima ossidativa tramite elevato stress cardiaco e ventilatorio.

  • Lunghi progressivi: simulazione del carico di gara in condizioni di deplezione glicogenica parziale.

  • Lenti rigeneranti: stimolazione parasimpatica e ottimizzazione dei processi di riparazione muscolare.


📌 Il metodo italiano lavora “a cassetti”: ogni seduta allena una cosa sola e la somma genera la forma.


Metodo British

Nel British-style una singola seduta può generare più risposte simultanee:


  • Un fartlek collinare da 50’ può stimolare:

    • la potenza aerobica (nelle salite forti),

    • la tecnica (in discesa),

    • il sistema nervoso (nella variabilità),

    • il metabolismo lipidico (nella continuità prolungata)


📌 Il British model sovrappone stimoli, lavora per complessità, non per compartimenti.È più difficile da quantificare, ma può essere più vicino alla realtà della gara – soprattutto per trail, cross o gare nervose.


Risposta mentale e sostenibilità nel tempo


Metodo Italiano

  • Motiva attraverso la misurabilità: il miglioramento è visibile nei numeri, e questo rafforza la motivazione.

  • Ma rischia di saturare la mente nei cicli lunghi, specialmente in amatori con vita complessa.

  • Rigidità = rischio di overreaching se non ascolti i segnali.


Metodo British

  • Allena anche la mente a gestire la variabilità: il runner impara a leggere il corpo, a decidere sul momento, a interpretare il carico.

  • Meno stress da obiettivo cronometrico → maggiore longevità psicologica.

  • Ma attenzione: chi ha bisogno di struttura può sentirsi perso.


Adattabilità ai profili atletici

Profilo runner

Metodo Italiano

Metodo British

Neofita

✅ (educazione al ritmo)

⚠️ solo in fase avanzata

Amatore avanzato

✅ (sviluppo specifico)

✅ (variazione e stimolo mentale)

Master >50 anni

⚠️ (attenzione ai carichi)

✅ (carico interno più sostenibile)

Trail / cross

⚠️ (poco utile su terreno misto)

✅ (ottimale per propriocezione e resilienza)

Agonista cronometrico

✅ (target da colpire)

⚠️ (utile solo in fase base o off-season)

Strategia integrata: come combinarli in un microciclo reale


Microciclo combinato per 10K (obiettivo sub 40’)

  • Lunedì: 45’ easy trail collinare (British)

  • Martedì: 5x1600m @ 4’00/km – rec. 90” (Italiano)

  • Giovedì: 30’ fartlek su colline (es. 3’ forte / 2’ easy x 6) (British)

  • Sabato: medio 10 km in progressione 4’30 → 4’00/km (Italiano)

  • Domenica: 90’ su sterrato con variazioni libere ogni 10’ (British)


📌 Questo approccio unisce la precisione metabolica italiana con la resilienza muscolare e mentale britannica.


Conclusioni tecniche

Scegliere tra il metodo British e quello Italiano non è una questione ideologica, ma di contesto, obiettivi, caratteristiche individuali


  • Hai bisogno di struttura, numeri, target? → metodo italiano.

  • Vuoi diventare più consapevole, fluido, resistente alla fatica mentale e ambientale? → metodo British.

  • Vuoi correre a lungo, migliorare senza stressarti e restare motivato anche fuori stagione? → mix calibrato.

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